10 esempi di pubblicità nativa che hanno colpito nel segno

Alexandra Hicks
L
La pubblicità nativa sta rapidamente diventando la strategia di marketing dominante in tutto il mondo grazie al suo approccio discreto e non intrusivo. Oltre ad essere più attraente per i suoi consumatori, la pubblicità nativa si traduce in un ritorno sugli investimenti molto più elevato rispetto alle campagne pubblicitarie tradizionali.

Avete mai sentito parlare del Native Advertising o pubblicità nativa? In poche parole, è uno stile di marketing che non sembra seguire i tradizionali schemi pubblicitari. Le pubblicità native sono spesso mascherate abilmente nei post sui social media o come contenuti consigliati, come gli articoli sponsorizzati. Sono considerati “non intrusivi” perché non sembrano veri annunci pubblicitari, quindi non tolgono nulla all’esperienza complessiva dell’utente (a differenza di un enorme banner pubblicitario che distrae nel bel mezzo dell’articolo che si sta leggendo).
Sebbene non sia così esplicita ed appariscente, l’uso della pubblicità nativa è cresciuto considerevolmente negli ultimi due anni. Secondo i dati dell’Interactive Advertising Bureau, si prevede che entro il 2021 la pubblicità nativa rappresenterà il 36% delle entrate pubblicitarie totali per i mezzi di comunicazione e gli editori di giornali e riviste.
 

TENDENZE DI PUBBLICITÀ NATIVA

Se c’è una cosa su cui la maggior parte delle persone può essere d’accordo è la sgradevole sensazione di essere bombardati dagli annunci pubblicitari su internet. Basti pensare che, solo negli Stati Uniti, circa il 26% degli utenti di internet usa applicazioni per bloccare la pubblicità (ad-blocker). In Europa, questi numeri salgono fino al 34%. Ciò equivale a centinaia di milioni di persone che non vogliono vedere annunci pubblicitari.
Come tale, stiamo assistendo ad un impegno acquisito per sviluppare soluzioni di pubblicità nativa ininterrotta e creativa. Nei mercati multimediali digitali, gli strateghi della pubblicità stanno cercando di trovare il modo di mimetizzare meglio le loro pubblicità per essere più attraenti per i potenziali clienti.
A volte, le pubblicità native sono così discrete che le persone non si rendono nemmeno conto di star leggendo un messaggio pubblicitario. Quasi l’11% degli editori non etichetta nemmeno le proprie pubblicità native, un atteggiamento che, secondo gli esperti, è dannoso per il settore in quanto crea un’atmosfera di sfiducia. L’autore Jesper Larsen, fondatore del Native Advertising Institute, afferma: “L’assenza di etichettatura danneggia la credibilità dei mezzi di comunicazione ed è un problema da affrontare”.
 

10 ESEMPI DI PUBBLICITÀ NATIVA DI SUCCESSO

Nonostante alcune polemiche, negli ultimi anni sono innegabilmente comparsi degli esempi di pubblicità nativa di enorme successo. Diamo un’occhiata a 10 dei migliori Native Advertising.
 

NEW YORK TIMES: T BRAND STUDIO

Il “T Brand Studio” del New York Times combina in modo intelligente la pubblicità nativa con contenuti di alta qualità. Questo aspetto del NYT adotta un approccio futuristico e spesso divertente all’integrazione del marchio, sfruttando la realtà virtuale ed altre tecnologie all’avanguardia per dare all’utente un’esperienza più discreta ed interattiva. Poiché i contenuti risultano ben elaborati ed esposti, il discorso promozionale non è così esplicito. Lo studio ha prodotto molti lavori di successo, tra cui una campagna Spotify del 2017 che cercò di verificare l’accuratezza delle affermazioni sollevate nelle migliori canzoni dell’anno.
 

LOTTERIA DI NEW YORK: JACKPOT DRUMROLL

Per incentivare l’interesse verso il jackpot del Powerball 2016, la lotteria di NY ingaggiò oltre 200 batteristi piazzandoli fuori dai negozi e dai minimarket per 12 ore di fila. Una prodezza che arrivò ad avere un copertura mediatica a livello nazionale, con 4,5 milioni di dollari di entrate in più nelle casse della lotteria ed una nomination al Webby Award. Questo tipo di pubblicità fu ben elaborato come opera di intrattenimento e teatro.
 

CEDAR POINT: ACCHIAPPA UN FANTASMA

Questo enorme parco divertimenti dell’Ohio elevò il marketing di Halloween ad un livello completamente nuovo, invitando i suoi follower sui social media a catturare uno screenshot di un fantasma che appariva e scompariva rapidamente sullo schermo. Questo gioco aumentò il coinvolgimento verso il loro Snap Story di un 233%, attirando 144.000 nuovi utenti. Stimolò inoltre un flusso ripetuto di visite, in quanto l’attività non veniva generalmente finalizzata al primo tentativo. Avere un pubblico di persone volontariamente coinvolte in una campagna di marketing è tra le forme di pubblicità più naturali che esistano.
 

 

CHERNOBYL SU HBO: PROFILO EDUCATIVO DELLA RIVISTA NEW YORKER

Per spargere la voce sull’uscita della sua miniserie, Chernobyl, HBO unì le forze con The New Yorker per compilare un profilo educativo sugli eventi che portarono al disastro della centrale elettrica negli anni ’80. In questo modo, agli spettatori non arrivò un semplice messaggio promozionale sull’imminente uscita di una nuova serie, ma ricevettero anche delle preziose informazioni su un punto cruciale della nostra storia globale.
 

TACO BELL: PROGRAMMA GEOFILTER DI SNAPCHAT

La promozione Cinco de Mayo di Taco Bell fu uno dei primi esempi del programma Geofilter di Snapchat. Il loro principale obiettivo fu quello di investire una considerevole somma di denaro, quasi 750.000 dollari, riuscendo però a raccogliere oltre 224 milioni di visualizzazioni nel primo giorno di lancio. L’uso dei social network per creare giochi ed attività è un’ottima strategia per fare pubblicità, senza però arrivare a farla realmente.
 

 

COCAINENOMICS: UNA COLLABORAZIONE TRA NETFLIX E IL WALL STREET JOURNAL

Netflix ha collaborato con il giornale The Wall Street Journal per lanciare un portale interattivo che includeva mappe, linee temporali, articoli e quiz, mostrando agli utenti la storia del commercio internazionale delle droghe usando come cornice Medellin, Colombia. Questo fu un prezioso strumento pubblicitario per la serie Narcos, nonché una divertente attività didattica per gli spettatori.
 

DENNY’S: TWITTER E IL PUBBLICO DEI MILLENNIAL

Denny è un noto pioniere di Twitter. Questa particolare piattaforma di social network fu usata per raggiungere una demografia composta dai millenial, di norma più attratti da un ristorante alla moda piuttosto che da una catena di fast food informali. I loro post includono domande normali e commenti divertenti per coinvolgere gli utenti con il loro marchio, senza però arrivare a pubblicare un vero e proprio annuncio.
 

IKEA: UN QUIZ LANCIATO DA TELEGRAPH

Ikea lancia spesso pubblicità native non necessariamente finalizzate per commercializzare un prodotto specifico, ma piuttosto per creare una consapevolezza generale verso il proprio marchio. Ad esempio, riuscirono ad ottenere un enorme successo con il buffo quiz A–Z che lanciarono attraverso The Telegraph, offrendo ai lettori vari suggerimenti e trucchi per dormire meglio la notte.
 

AIRBNB: LA STORIA DI ELLIS ISLAND IN COLLABORAZIONE CON IL NYT

In collaborazione con The New York Times, Airbnb ha puntato sull’ospitalità e sullo sviluppo domestico esplorando la storia di Ellis Island attraverso l’uso di storie familiari, interviste, mappe e foto. Le campagne basate sulla storia e sull’istruzione sono forme molto popolari di pubblicità nativa in quanto forniscono un’esperienza affiancata a conoscenze che durano una vita.
 

YOUTUBE: AWESOME STUFF WEEK

Quando YouTube decise di espandere i suoi componenti aggiuntivi di e-commerce, cercò uno dei suoi migliori utenti per aumentare l’interesse per le nuove integrazioni. iJustine e Lewis Hilsenteger coniarono il termine “Awesome Stuff Week”, lanciando video unboxing e dimostrazioni di makeup che mostravano agli spettatori come si potevano acquistare prodotti direttamente nei video di YouTube.
 

 

CONSIDERAZIONI FINALI

Sebbene alcune persone possano trovare le pubblicità native fin troppo discrete, stanno diventando sempre più popolari. Quando vengono usate correttamente, possono generare un notevole interesse, sensibilizzando il pubblico verso un marchio ed offrendo grandi guadagni.
Dovrete essere creativi e avere una certa conoscenza del vostro pubblico, ma con l’aiuto di uno stratega esperto, anche voi potrete creare una discreta campagna pubblicitaria nativa che funzionerà per la vostra azienda.